Pensare grande è una forma del pensare che richiede una visione del mondo, audace, esplorativa, nomade, capace di superarle, le linee dell’orizzonte naturale e prescriverne altre. Altre che sono forma del labirinto, dell’avvolgimento, in una veste che ricorda l’ermo colle di Leopardi, in una spettacolarità severa, che non lascia nulla alla fantasia dell’altro, perché la comprende. Stiamo parlando di Richard Serra, uno dei titani del nostro tempo (1938 – 2024), che molti chiamano minimalista, ma io mi permetto di suggerire, arcadico, severo, strutturale, perché il suo pensiero non è sottrattivo, ma essenziale, capace di intuire le forze nascoste, di quella che chiamiamo materia (non più con la scontatezza di una volta) e della sua forza espressiva, ancora di più, quanto priva delle valenze del colore o delle graziosità della decorazione. Ricordo la mia immersione, già vent’anni fa a Napoli, in una sua spirale, in Piazza Plebiscito, un’avventura sensoriale degna della sua architetturalità, segnata dalla ricerca del nuovo. Ma immersa nella sua tradizione.
Infatti è noto che la scultura è quella che ha subito le maggiori devastazioni, dalle teorie e dalle pratiche delle avanguardie storiche e delle successive neoavanguardie, per non dire del concettualismo nelle sue varie versioni, che l’hanno ridotta ad installazione, a parodia pinocchiesca, come il caso di Niki de Salnt Phalle, accanto al Centro Pompidou. Ma si sa, niente è eterno e universale e tutto si trasforma, continuamente trainato dalle tante originalità, che si vanno conducendo ad originale, dalle tante matrici del genius loci. Ma la sua concezione etimologica lui ha resistito e cito anche il caso dei fratelli Pomodoro e del fratelli Cascella a cui si possono aggiungere tanti, sia in Italia che all’estero. Anche nel caso di Richard Serra si tratta di una versione gigante delle dimensioni, grazie all’acciaio corten, che lo fa sembrare vecchio e bisognoso, mentre è forte e vigoroso, capace di sfidare il lungo, lunghissimo tempo, in un modo che ricorda i Cavalli di San Marco, il Marco Aurelio. In veste moderna.
KLESSIDRA | A CURA DI FRANCESCO GALLO MAZZEO