KLESSIDRA | A CURA DI FRANCESCO GALLO MAZZEO

Klessidra | Alfredo Romano. “Povero”. Colto. Surreale.

Alfredo Romano, mio amico, da sempre, rappresenta la generazione più giovane, dell’arte che ha avuto ( e continua ad avere) testimoni perenni, in Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, nella loro strutturalità, nuda, quanto colta e sapienziale, corrispondente ad un continuo farsi e disfarsi del linguaggio artistico, toccato dalla dialettica di eros e thanatos, non nella versione freudiana e junghiana, ma in quella della fenomenologia dell’accadere, che è innanzitutto commedia e tragedia, mischiate insieme, che intrecciate fanno groviglio, in cui coesistono, l’arcadico e il barocco.

Klessidra | Vangi. Fantastico. Reale. Onirico.

Come Francis Bacon ha stravolto la maschera della persona, facendola diventare una poliedrica forma del volto dell’anima, allo stesso modo (ma con esiti oppositivi) con cui Bernini stanò il volto di Luigi XIV, il senso etrusco di Giuliano Vangi (1931-2024), ci ha dato l’idea astratta dell’essere umano; non di questo o di quello, ma della sua matrice alata, persa nel nulla. Ma è appunto per questo, che ci rimanda ad un senso dell’infinito, di un’essenza profonda che si specchia nello sguardo svanito e con esso fa enigma, che è senza tempo, frutto di una acronia immaginaria, capace di scavare nella pluralità cinetica delle forme della vita, cercando una unità che non si lascia mai raggiungere, ma è come una sirena ammaliatrice, che tenta e che attrae irresistibilmente.

Klessidra | Cini. Boeri. Ori. Colati.

Avrebbe compiuto, ora, i suoi cento anni, ma ha preferito andarsene a novantasei. Con la grazia, lo stile, l’eleganza, di sempre. Cini Boeri, con
l’abitudine, tutta milanese e lombarda, di darsi un nomignolo per nome, a posto del suo Maria Cristina, che pure non è male. Con questo nome e cognome da apostata, è diventata una icona. Cini Boeri. L’ho conosciuta e incontrata durante gli anni ottanta e novanta, quando il suo incanto era ad un massimo della sua espressione, capace di dare spessore alla labilità e rendere in grazia ogni strutturalità.

Klessidra | Richard Serra. Ciclopico. Poetico.

Pensare grande è una forma del pensare che richiede una visione del mondo, audace, esplorativa, nomade, capace di superarle, le linee dell’orizzonte naturale e prescriverne altre. Altre che sono forma del labirinto, dell’avvolgimento, in una veste che ricorda l’ermo colle di Leopardi, in una spettacolarità severa, che non lascia nulla alla fantasia dell’altro, perché la comprende. Stiamo parlando di Richard Serra, uno dei titani del nostro tempo (1938 – 2024)